Intervista a Elisa Caponetti

Elisa Caponetti è una psicoterapeuta che ama scrivere. Quale delle due facce influenza e completa l’altra?

Sicuramente la scrittura anche se c’è una stretta correlazione con la psicoterapia. Scrivere mi consente di poter entrare in contatto emotivo con il lettore, cosa che avviene in altre forme e modalità con il paziente. Sono diverse le similitudini tra il curare attraverso la terapia e lo scrivere. Entrambi sono comportamenti finalizzati (anche e non solo) al prendersi cura di sé e dell’altro. Da moltissimi anni, è ormai stata riconosciuta l’importanza della narrazione intesa come un mezzo capace di attribuire un senso ed un significato agli avvenimenti costruendone il significato della realtà.

li libro “Vittime di violenza: storie di ordinaria quotidianità” come è nato?

È un progetto che avevo nel cassetto da moltissimi anni ma che non riuscivo concretizzare non trovando mai il tempo per potermi fermare. Ho una vita estremamente frenetica con ritmi molto intensi. Con l’arrivo della pandemia e dei lockdown sono riuscita a ritagliarmi maggiori spazi per me ed ho avuto così modo di ritagliarmi del tempo necessario a realizzare questo importante progetto narrativo. li libro è nato dal desiderio di voler dar voce alle tante storie di violenza incontrate in circa 30 anni di attività professionale. Nel mio piccolo, mi auspico che, attraverso il racconto di storie, possa suscitare una qualche forma di consapevolezza in tutti coloro che si trovano a vivere una situazione di violenza (e purtroppo sono tanti) e che hanno difficoltà a riconoscerla o a chiedere aiuto.

Ci sono diverse testimonianze importanti, quale l’ha colpita di più e perché?

Nel libro ho inserito storie vere, tutte diverse l’una dall’altra. Storie di persone realmente conosciute e che ho incontrato nel mio cammino ed è per questo che sono rimaste tutte in qualche modo dentro di me. Ho dato
spazio al racconto di alcune testimonianze di donne anche se ho trattato comunque altre forme di maltrattamento, non limitandomi a quello dì genere. Ho scelto inoltre di inserire due storie di violenza raccontate dagli stessi protagonisti che l’hanno subita. Si tratta di due forme di soprusi completamente diversi: il primo agito principalmente psicologicamente (da un uomo su una donna), nel secondo, noto fatto di cronaca, la violenza è culminata fisicamente con una ferocia inaudita (da una donna ai danni di un uomo) ma entrambi i racconti sono altrettanto drammatici, anche se ovviamente hanno avuto risvolti ed esiti completamente diversi. Probabilmente, sono proprio queste ultime due ad avermi colpito di più, in quanto riguardano due persone a cui sono legata da una profonda amicizia.

Il libro è uscito da un anno ma è ancora molto venduto e richiesto per presentazioni. Come si spiega questa prolungata attenzione?

Purtroppo la violenza, nelle sue infinite forme e sfaccettature, fa parte del nostro quotidiano. È sufficiente vedere la televisione o leggere un giornale per poter essere costantemente bombardati da tristi fatti di cronaca. È un testo per tutti, di facile lettura, che offre spiegazioni relative agli agiti violenti, ma contemporaneamente dà spazio alle vittime, spesso invece non viste.

Che consiglio darebbe a chi è oggetto di violenza?

Uscire dalla spirale di violenza e possibile ma può diventare estremamente difficile. Bisogna rompere il silenzio e denunciare immed1atamente. Non è facile ma occorre trovare la forza per farlo subito e tempestivamente. Essere consapevoli che si tratta di un fenomeno molto variegato, spesso difficile da riconoscere nelle sue fanne più subdole e apparentemente meno visibili. Ancora oggi, non tutti hanno la forza di denunciare. Non soltanto per vergogna, prostrazione psicologica e paura, ma anche perché a volte la vittima non ha piena consapevolezza di quanto accade o pensa di essere responsabile nell’attivare certi agiti
giustificando così il proprio carnefice.
Possono entrare in gioco sensi di colpa Uscire dalla spirale di violenza è possibile ma per le numerose dinamiche in gioco è estremamente difficile. Bisogna rompere il silenzio e rivolgersi a professionisti specializzati. Non vanno sottovalutate le situazioni di crisi e conflitto di coppia e i fenomeni di falsi abusi e violenze. Sempre più spesso, ultimamente, si assiste a denunce penali agite nei confronti del partner o dei figli minori che si attivano con la richiesta di una separazione. È quindi estremamente importante farsi aiutare ed evitare che una normale conflittualità, degeneri in un contrasto insanabile e negli eccessi sanguinosi di cui purtroppo sono piene le cronache nere contemporanee.

elisa caponetti voi febbraio 2022 intervista vittime di violenza