Né mammo né babysitter, ma papà!

Oggi i ruoli genitoriali sono complementari e interscambiabili. E lui è importante tanto quanto te

Il 19 verranno festeggiati con dolci pensieri, doni e tanto amore, una ricorrenza speciale dedicata a chi, per troppo tempo, è stato visto come una figura di secondo piano nel ménage familiare: i papà. Assenti per lavoro o per consuetudine, la cura dei figli era spesso relegata alle sole forze della mamma. Oggi, per fortuna, non è più così e i papà 2.0 si impegnano a essere presenti, tanto quanto le loro compagne. Non mammi, né baby sitter: padri, appunto, nel vero senso della parola. Ma come si fa a impostare un dialogo e un rapporto che, forse per natura, spesso risulta più semplice con la mamma? Ecco i consigli della psicologa e psicoterapeuta Elisa Capo netti.

NESSUNA COMPETIZIONE

“Il ruolo del padre oggi è molto cambiato rispetto al passato. Questo cambiamento – ha affermato l’esperta – è il frutto di un’evoluzione della società e di una maggiore parità tra i sessi, poiché le donne sono sempre più dedite, così come gli uomini, alla carriera. Ciò, di conseguenza, ha portato a far sì che i ruoli genitoriali siano diventati complementari e intercambiabili. Il papà, così come la mamma, costituisce un riferimento centrale per lo sviluppo emozionale e affettivo del figlio, e di questo gli uomini devono essere consapevoli!”. In quest’ottica è evidente che tra le figure genitoriali non debba esserci alcuna rivalità.: “Il consiglio che posso dare a tutti i papà è innanzitutto quello di non avere paura di dover competere con le mamme, e di essere se stessi iniziando a essere presenti nella vita dei figli sin dalla loro nascita”.

UN PORTO SICURO

Se il rapporto tra padre e figlio, così come quello tra mamma e bambino, si crea sin dai primi istanti di vita del piccolo, è ancora più vero che la figura paterna gioca un ruolo fondamentale soprattutto nell’arco della crescita: è il padre, infatti, a trasmettere sicurezza, a essere la colonna forte e il porto sicuro. Ecco quindi che è importante, come afferma Caponetti, “dedicare ai bambini del tempo per giocare insieme, ma anche essere disponibili all’ascolto e al dialogo; offrire uno spazio sicuro al figlio. Tutto ciò è di aiuto per lo sviluppo della personalità del piccolo, favorendo l’acquisizione della fiducia in se stesso e dell’autostima, elementi necessari per facilitare l’adattamento alla realtà esterna”.

AUTOREVOLEZZA E DOLCEZZA

Nella costruzione di un legame solido è fondamentale mixare dolcezza e autorevolezza. Per farlo è necessario essere veri e leali con i propri figli. “Il papà – dice Caponetti – deve fornire rassicurazione, ma al contempo non avere paura di doversi mostrare per forza infallibile. Deve essere autorevole e al contempo di esempio sul piano morale, capace di dire dei no e di mettere dei limiti, pur rischiando di suscitare il contrasto dei figli. Ma i papà devono anche riuscire a esercitare una funzione normativa oltre che affettiva. Un ultimo consiglio: cercate di contrastare la dimensione spesso presente oggi, che insegue il nutrimento di oggetti materiali a discapito del perseguimento di stili di vita e relazioni piene e meno superficiali; sappiate trasmettere dei valori”.

OGNI FIGLIO È DIVERSO

Occorre specificare che tutto ciò implica anche il saper accettare le specificità dei propri figli, rispettando i loro desideri nell’ intraprendere strade diverse da quelle desiderate dai genitori. Afferma la psicologa: “Essere un padre presente nel quotidiano e nell’educazione dei figli è sicuramente qualcosa di complesso, che però fa la differenza! Si è visto, infatti, che i figli che godono della presenza fattiva e collaborativa di entrambe le figure genitoriali, hanno maggiore benessere riuscendo a ottenere più successo nella vita”. E questo può sicuramente essere un bell’incoraggiamen to per tutti i papà!

Elisa Caponetti intervistata da Sonia Russo

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